martedì 14 luglio 2015

Dimmi la tua playlist e ti dirò chi sei

Nel nostro presente, dove il social e lo sharing si fanno largo sgomitando nelle nostre vite, sempre meno è la privacy di cui si gode, ma questo non sembra rappresentare un problema, anzi, si nutre un certo desiderio di far sapere agli altri quanto più possibile di noi stessi, di cosa ci piace mangiare, dove ci troviamo in ogni istante, come ci piace fare l’amore, a che ora del giorno espletiamo i nostri bisogni corporei, quanto sono belle le nostre nuove scarpe, che musica stiamo ascoltando e via discorrendo.
Proprio su quest’ultimo punto vorrei soffermarmi, la musica. Partendo dal presupposto che sono estremamente sicuro che come nel caso delle citazioni di Bukowski condivise su FB, (pubblicate da molti che probabilmente non solo non hanno mai letto un suo libro, ma non sanno nemmeno chi sia Bukowski, magari scambiandolo per il titolo di un telefilm) molti pubblicano brani ed artisti che non conoscono affatto, e lo fanno solo perché va di moda, o fa Rocker o magari perché Justin Bieber ha pubblicato lo stesso video. Togliendo questa branca di “condivisori alla moda” vorrei fare una specie di analisi sulle playlist che spesso vengono condivise su Youtube o Spotify. Io credo che dal tipo di musica che qualcuno ascolta, si capisca molto di lui, che tipo di carattere ha, qual’è il suo stato d’animo in un determinato momento, se sta soffrendo o se è felice. La musica si sa, è la nostra più fedele compagna di viaggio, ci tira su di morale nei momenti difficili, ci emoziona, ci eccita, ci rallegra, e tutto ciò senza mai chiedere nulla in cambio, un’ottima amica che non ci tradirà mai. 
Adoro consultare liste di ascolto fatte dagli altri, e se ne trovano di tutti i tipi. Ci sono i nostalgici, che ascoltano mostri sacri come Beatles, Rolling Stones, Bee Gees, Michael Jackson, Rod Stewart, Queen, Led Zeppelin, Bob Dylan, insomma tutti artisti che hanno inciso in maniera indelebile il loro nome negli annali della musica. Poi ci sono gli alternativi, che ascoltano gruppi folk Austroungarici che sono “famosissimi” all’estero ma che in realtà non si caga nessuno perché fanno musica di merda. I Metallari, che hanno persino come sveglia wait and bleed degli Slipknot. I romantici, che fino a quando ascoltano ballads come Dont cry dei Guns ‘n Roses, o Angel degli Aerosmith va bene, ma poi ci trovi dentro anche Gigi D’Alessio, Emma Marrone e i Modà, e ti viene solo voglia di ficcarti un trapano nei timpani. I sognatori, che hanno playlist che ti fanno viaggiare rilassati con la mente, includono spesso Moby, Radiohead, Kings of Leon, Ben Harper, ideali da ascoltare al tramonto seduti sul cofano della macchina con una bella bottiglia di birra in mano, mentre ci si gode il panorama. I fighetti che ascoltano solo le hit del momento, le quali la maggior parte delle volte sono solo tormentoni che trascorsi 6 mesi o al massimo un anno nessuno ricorderà più. E poi i Rockettari, i poppaioli (lo so questo termine non si può sentire), i Rapper, Gli Hip-Hoppisti (o Hip-Hoppiacei), ultimamente va anche molto di moda l’Old School con Elvis, Jerry Lee Lewis, Eddie Cochran, Johnny Cash, ci sono gli Elettronici, gli Houseisti, i punkabbestia, e poi ci sono quelli “Di tutto di più” gruppo in cui io mi riconosco alla grande con playlist in cui spazio dai Foo Fighters a Francesco Renga, da Rammstein a Nina Simone, ma mai, mai e poi mai in una mia lista ci sarà spazio per Gigi D’Alessio e company!
Chiudo augurandovi buon sharing e che la dea musica sia sempre al vostro fianco con playlist variopinte e variegate, in fondo come diceva un vecchio detto “Il mondo è bello perché vario”. \,,/


"La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza"
Nick Hornby

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