mercoledì 17 giugno 2015

Still Alice

Non sto soffrendo, io sto lottando. Sto lottando per rimanere parte della vita, per restare in contatto con quella che ero una volta. Così vivi il momento, è quello che dicono, è tutto quello che posso fare: vivere il momento.
Dottoressa Alice Howland (Julianne Moore)
dal film "Still Alice" di Richard Glatzer

La pellicola è l’adattamento cinematografico del romanzo Perdersi, scritto nel 2007 dalla neuro scienziata Lisa Genova. Il film narra della dottoressa Alice Howland, affermata linguista nonchè madre e moglie che, alla soglia dei cinquant’anni scopre di aver ereditato una rara forma del morbo di Alzheimer, una forma della malattia che si sviluppa molto precocemente. La donna cerca con tutte le sue forze di rimanere aggrappata alla vita, cercando disperatamente di non perdere il contatto con la realtà di tutti i giorni, lotta per non apparire agli occhi di chi la ama come un’ombra della donna che è stata in passato.
Un film molto commovente, che mostra come questo terribile, incurabile, male possa prendersi tutto da una persona, a partire dalla cosa più preziosa che ognuno di noi possiede, i ricordi. Una patologia crudele, meschina, che colpisce nell’intimo della mente, strappando poco alla volta pezzi di vita, immagini impresse a fuoco che man mano vanno schiarendosi fino a scomparire del tutto. Un declino lento ed inesorabile, che colpisce non solo chi è affetto da questa malattia, ma distrugge anche le vite delle persone care che lo circondano, rassegnate a vedere il continuo degrado della persona amata, fino a renderla passiva nei confronti della vita, una vita senza passione, senza emozioni e senza ricordi. 



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